20 Aprile, 2024

1930-1943: cresce in fretta la leggenda della Virtus

1930-1943: cresce in fretta la leggenda della Virtus
Photo Credit To La Virtus che sfiorò il titolo nel 1943: Marino Calza, Venzo Vannini, Guido Foschi, Gianfranco Bersani, Giancarlo Marinelli, Renzo Garbellini, Albino Bocciai, Luigi Rapini. Immagine tratta dal libro “Il Mito della V Nera” di Achille Baratti e Renato Lemmi Gigli, uscito nel 1971 in occasione del centenario.

L’attività nei primi anni è fatta a partire dal 1930 di campionati emiliani (in realtà con in gara solo squadre bolognesi), per la precisione nel 1930, 1931 e 1933, mentre a partire dalla stagione 1930-31 si svolge anche il Torneo invernale di propaganda, che funge da preparazione al campionato e che vedrà la Virtus in gioco fino al 1934-35 con la quinta edizione. La squadra con la V sul petto non si aggiudicherà alcuna di queste 8 manifestazioni, in città ci sono ancora squadre più forti. Si svolgevano anche Tornei Volanti, con una singolare prerogativa: il valore dei canestri dipendeva dalla categoria di appartenenza delle squadre, per esempio in quello che cominciò il 24 ottobre 1937 valevano 2 punti quelli di squadre di Divisione Nazionale, 3,5 per le compagini di Divisione Nazionale B, 4,5 per le squadre di I Divisione, 5,5 per le formazioni di II Divisione e 6 per quelle dell’O.N.D. (ovvero le squadre dell’Opera Nazionale Dopolavoro).

Campionato prima divisione, si esce dai confini cittadini

Finalmente nel 1933-34 si esce dai confini cittadini, con il campionato di prima divisione. Le V nere vincono l’eliminatoria della zona Nord Est contro il Guf Galvani, prevalendo in entrambi gli incontri, poi sono inserite nel girone Ovest: due vittorie nette contro il Guf Firenze e una pesante sconfitta contro l’Acega a Trieste 27-6, prima dell’ultima giornata che vede i triestini scendere a Bologna. Il 20 maggio la Virtus prevale 32-25 e raggiunge in vetta i friulani con 6 punti. Necessario lo spareggio a Venezia il 10 giugno 1934. Un franco successo per 33-20 porta i bianconeri alle finali di Firenze, che si svolgono oltre un mese dopo, dal 13 al 15 luglio. La semifinale è contro la Ginnastica Roma: i bolognesi a metà gara sono sotto 8-10 e hanno resistito soprattutto grazie ai 5 punti di Pirazzoli. Nella ripresa i bolognesi riescono a prevalere 17-16, sempre Pirazzoli migliore realizzatore con 9 punti. In finale contro l’U. S. Milanese altra gara molto combattuta, 6 pari a metà partita e 14-14 a pochi secondi dal termine. Questa volta è Napoleone Valvola a guidare il tabellino bolognese con 6 punti, ma il canestro della vittoria lo segna Palmieri, fino ad allora a secco in queste finali: un tiro da metà campo che dà la vittoria ai felsinei e li proietta nella massima serie, la Divisione Nazionale, dove l’anno successivo si comportano bene: nel girone A sono secondi solo alla Ginnastica Roma e nel girone finale a 4 giungono terzi.

La stagione 1934-35 è anche quella della fusione con la Bologna Sportiva, la polisportiva voluta da Leandro Arpinati che riuniva gran parte delle società sportive bolognesi, con il suo apice nel Bologna Football Club, la nuova società prende il nome di Virtus Bologna Sportiva (è Mario Negroni ad ottenere che venga mantenuto davanti il nome Virtus) mentre il Bologna calcio si costituisce in sezione autonoma. Una testimonianza diretta di questa fusione l’abbiamo nel campionato allievi 1935 a cui parteciparono Virtus, Bologna Sportiva, Fortitudo, Salus, Pro Juventute, Dopolavoro Ferroviario, con gare di andata e ritorno. Il girone di andata si concluse il 31 marzo 1934, con la vittoria della Virtus sulla Fortitudo per 28 a 7 e la sconfitta della Bologna Sportiva contro il Dopolavoro Ferroviario per 6-12. Dalla settimana dopo, quando era in programma la prima giornata di ritorno il 7 aprile 1935, la Virtus scese in campo con due squadre, infatti Bologna sportiva continuò il suo campionato come Virtus B, in seguito appunto alla fusione che vide confluire la Bologna Sportiva nella società Virtus. Per la cronaca quel campionato vide la vittoria della Virtus, davanti al Dopolavoro Ferroviario, terza la Fortitudo, quarta la Virtus B e infine la Pro Juventute (la Salus si ritirò nel corso del girone di ritorno).

Inizia l’escalation bianconera

Tornando alla squadra maggiore, si migliora nell’annata successiva, dopo aver vinto il girone B a punteggio pieno giunge seconda in quello finale dietro il Borletti. Nel 1937 arriva seconda nel girone B, dietro la Filotecnica Milano, venendo così esclusa dalla finale tutta milanese, vinta dal Borletti. Il 1937-38 è l’anno del girone unico e le V nere sono seconde dietro il Borletti, terze nel 1939, ancora seconde l’anno successivo, per scendere al sesto posto nel 1941 e risalire al terzo nel 1942. Nel 1942-43, ultimo campionato prima dell’interruzione bellica, s’intravede finalmente la possibilità di vincere il titolo. È arrivato Albino Bocciai da Trieste. Le V nere vincono agevolmente le prime 5 gare: la quarta di queste vittorie, alla quinta giornata, subito dopo il turno di riposo, arriva segnando 60 punti al Guf Pavia e 25 sono di Bocciai, numeri astronomici per l’epoca. Ora c’è da affrontare la trasferta di Milano e i bolognesi dimostrano di saper vincere anche nelle gare strette, 25-26! Altre due trasferte, entrambe a Trieste: nella prima un agevole successo sull’Ilva, nella seconda un’altra perla, 28-29 alla Ginnastica Triestina, e sono 9 vittorie di fila. Il 20 dicembre arriva a Bologna la Reyer, ma la Virtus soccombe 19-22. Bisogna riprendere il cammino e lo si fa con 2 altre vittorie di un punto, nel recupero contro la Bruno Mussolini Roma e a Monfalcone. Altre 4 facili vittorie, poi la sfida col Borletti, vinta 32-21. Brutta sconfitta a Roma contro la Bruno Mussolini (risulterà purtroppo decisiva), senza Bocciai che in realtà ha giocato solo 9 delle 20 partite, poi le due vittorie casalinghe contro le squadre triestine. La Virtus cede 28-24, venendo superata proprio sul filo di lana dai veneziani, dopo avere condotto tutto il campionato in testa (foto in alto, per approfondimenti http://www.virtuspedia.it/stagioni/a1942-43/).

Si inizia a giocare fuori dall’Italia

Intanto è cominciata anche l’attività internazionale della Virtus, il 6 marzo 1937 i bolognesi hanno battuto il Kalev Tallin 18-17, con 9 punti di Paganelli, 6 di Marinelli e 3 di Gelsomino Girotti. In realtà c’era stato un precedente sempre contro gli estoni, la prima sfida internazionale del basket petroniano, il 17 gennaio 1932, quando una rappresentativa bolognese affrontò il Kalev Tallin, uscendo sconfitta per 12-86. La squadra locale scese in campo con Candi, Caniato, Crocioni, Canepele (4 punti) e Athos Paganelli (8 punti), con riserve Valvola e Hercolani. Nessuno di questi giocatori faceva in realtà parte della Virtus pallacanestro, che stava affrontando i suoi primi anni di vita, ma una forte matrice Virtus era presente. Ben quattro erano infatti atleti della Virtus Tennis, Pier Giovanni Canepele, che giocava a quel tempo a pallacanestro nel Galvani e sarà poi cestista in Virtus nella stagione 1938-39, Filippo Hercolani, Cesare Caniato e Crocioni; Paganelli, compagno di squadra di Canepele nel Galvani, vivrà poi una lunga avventura in Virtus, dalla stagione 1933-34 fino al 1945; come abbiamo visto approderà in Virtus anche Napoleone Valvola, nella stessa stagione di Paganelli, per poi restarvi fino al 1939.
(Maggiori informazioni http://www.virtuspedia.it/stagioni/a1938-39/

A sinistra, Cesare Caniato e a destra Filippo Hercolani. Immagini tratte dal libro “Il Mito della V Nera” di Achille Baratti e Renato Lemmi Gigli, uscito nel 1971 in occasione del centenario.


Le prime vittorie internazionali

La prima trasferta europea è a Parigi nel maggio 1938: il 14 la Virtus batte 36-31 una selezione locale con 16 punti di Camosci, il giorno dopo vince 35-31 contro la rappresentativa di Alsazia e Lorena, Brisco segna 17 punti e Galeazzo Dondi Dall’Orologio 15. Quella stessa Rappresentativa fu poi sconfitta anche a Bologna 13 giorni dopo e stessa sorte aveva ricevuto anche il Tallin. Circa un anno dopo, nel giugno 1939, le V nere, rinforzate dai prestiti Bessi e Novelli della Ginnastica Triestina e Paganella del Borletti Milano, furono invitate a Liegi, per il prestigioso Torneo dell’Eau, in occasione dell’Esposizione Internazionale dell’Acqua. I bianconeri si comportarono benissimo, sconfissero una rappresentativa di Bruxelles 29-23 e il Lilla 37-24, prima di soccombere per un solo punto, 30-29, a una selezione parigina. All’indomani della prima vittoria il giocatore della Virtus Verardo Stivani scrive: “Ieri sera abbiamo giocato contro il Bruxelles e abbiamo vinto 29-23 nonostante che l’arbitro ci fregasse a più non posso cacciandoci fuori Vannini Paganelli, Bessi e Girotti infortunato per fortuna leggermente e speriamo oggi possa giocare” (da una lettera spedita dal Grand Hotel Moderne alla fidanzata, che poi diventerà sua moglie). Un curioso aneddoto è legato a questo torneo: durante un incontro, un signore belga (anzi molto poco signore), inveiva a più riprese contro i giocatori italiani, urlando “Macaronì”. La cosa cominciò presto a diventare fastidiosa e fece innervosire in particolare Gelsomino Girotti. Mino, come lo chiamavano i compagni, si avvicinò a Stivani, e gli disse: “Alla prossima azione, quando saremo all’altezza di quel signore, io ti passerò la palla, ma tu non prenderla“. Sul momento Stivani non capì, ma poi la cosa gli risultò chiara. Di lì a poco, Girotti, come preannunciato, effettuò il passaggio che Stivani non raccolse e la pallonessa, i palloni di cuoio in uso allora, colpì il bersaglio e il maleducato belga cadde a terra quasi svenuto (http://www.virtuspedia.it/giocatori/s/verardo-stivani/).

Poi l’11 dicembre 1940, in Santa Lucia, i bianconeri sconfissero una rappresentativa universitaria bulgara, ma l’Italia è già in guerra e bisognerà aspettare il 1945 per vedere la Virtus nuovamente contro una compagine straniera, la squadra militare americana, affrontata dalle V nere in ben 4 amichevoli.

Immagine su gentile concessione e autorizzazione di Marco Stivani, figlio di Verardo, che ha anche fornito la lettera di cui si parla nell’articolo.


A cura di Ezio Liporesi (©BasketCity.net)

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