Giorgio Valli porta la sua truppa alla sfida con la Dolomiti Energia ben consapevole del valore e dell’importanza di questi quaranta minuti. Obiettivo Lavoro gioca la penultima partita alla Unipol Arena, e cerca quel passo avanti che vale una certezza i n più, di qui a fine campionato.
“Non è stata una settimana normale per Odom e Mazzola, tuttora acciaccati e con qualche malanno, Rod al ginocchio e Valerio afflitto da una borsite al polso destro, ma entrambi ci saranno anche se non al massimo. Nel complesso però la condizione è buona, e la squadra è consapevole che con atletismo e difesa si sta in partita. Dovremo mostrarli anche contro Trento, che queste cose le sa da tempo, perché è squadra atletica e fa dell’uno contro uno la sua forza. Servirà anche molta attenzione dal punto di vista difensivo, perché loro sono pericolosi per tutti i 24 secondi. Il fatto che ultimamente abbiano inciampato un po’ in campionato non toglie valore a quello che hanno costruito, e bisogna dire che giocare le ultime partite senza Sanders, uno da quintetto, pesa”.
Avversario di quelli tosti, Trento. E rispetto totale per il lavoro di Buscaglia. Ma c’è anche la certezza di avere un compito da assolvere, difficile ma imprescindibile.
“Noi non possiamo mancare questa vittoria, è la nostra penultima recita in casa, i due punti non sono importanti ma molto di più, anche per affrontare le due successive partite in trasferta con un pizzico di pressione in meno. I ragazzi lo sanno, e sanno che devono difendere di squadra, anche più di quanto lo abbiano fatto contro Cremona. In attacco Pittman non basterà, sarà un duello difficile, noi e Trento abbiamo centri con caratteristiche differenti, e loro all’andata hanno raddoppiato su Dexter, che grazie a Dio è in condizione e l’ha dimostrato, spero cresca ancora di qui alla fine. Ma domani mi aspetto molto anche da giocatori come Hasbrouck, Fontecchio, come lo stesso Gaddy. E’ un’occasione importante, da cogliere davanti al nostro pubblico, che ci dà sempre una mano. C’è grande pressione, è vero, ma ormai con la pressione ci conviviamo da mesi”.
La vittoria contro la Vanoli è stata un bel segnale. Non era certo scontata, contro una squadra che sta lottando per le posizioni di alta classifica. Si sono visti passi avanti importanti, e hanno motivazioni precise.
“Un po’ succede perché riusciamo ad allenarci in maniera più competitiva, stiamo – lo dico sottovoce – anche un po’ meglio fisicamente e il lavoro paga sempre. Poi le vittorie danno una mano, portano credibilità a quello che fai, e quindi sono acceleratori. La squadra sa cosa deve fare, abbiamo rivisto le cose buone e quelle meno buone fatte con Cremona. Sono state di più quelle positive, speriamo di continuare su questa strada anche con Trento”.
La partita sarà un esame difficile, come del resto questo finale di stagione.
“È tostissima. Dopo questa, ci attendono tre gare in trasferta su quattro partite, lo sappiamo bene. Gli altri non hanno cammini in discesa, del resto. Ma ognuno deve guardare in casa propria. Non dico che quello di domani sarà un match-ball, ma quasi. Giocare alle 20.30 cosa può cambiarci? Dipende dai risultati, se sono negativi per noi sarà forse un aggravio. Ma quando si alza la palla a due la gente che va in campo sa cosa deve fare. Confido in questo”.
Intorno, si fanno calcoli legati ai punti necessari per sentirsi tranquilli. Si ragiona di quota-salvezza, come è normale a questo punto della stagione. Ma sono questioni da cui un coach e il suo staff fa bene a tenersi fuori.
“Quota salvezza? Non lo so a che livello sia, quanti punti occorrano esattamente. Come dicevo qualche settimana fa, nell’ultima parte di stagione arrivano risultati stranissimi. Vedete le crisi che hanno avuto Trento, Pistoia, Brindisi, o la resurrezione di Venezia. Io le leggo le tabelle, ma non ci faccio troppi calcoli: oggi sto pensando a Trento, a quello che ci serve per far bene contro la Dolomiti Energia. Il resto, se facciamo quello che sappiamo, verrà di conseguenza”.