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Virtus, il ritorno di Alberto Bucci

Una carriera entusiasmante: 3 scudetti, quella della stella e tanto tanto altro, 7 stagioni da capoallenatore in 3 stint diversi, succede a Francesco Bertolini alla presidenza bianconera. Alberto Bucci presidente non è novità assoluta, proprio dopo un ventennio da quel 1996 dove aveva già ricoperto temporaneamente questa prestigiosa carica. In un freddo pomeriggio di fine febbraio, ricomincia l’avventura.
Pietro Basciano, presidente Fondazione Virtus – “Quando ci siamo visti con Alberto per parlarne, ho trovato una carica in lui che neanche un diciottenne ha, mi ha dato una lezione di vita e ho capito quanto è profondo l’animo di questa persona, è sono fermamente convinto sia una scelta giusta, è un bolognese e conosce meglio di noi questo mondo, ha lavorato e ha nel cuore la Virtus e ha a cuore le sorti di questa società. Nel momento in cui gli è stata chiesta una mano per la società, non c’è stato in lui il minimo dubbio, chiedo la massima collaborazione visto che il momento non è dei più facili. La carica e la voglia di fare di Alberto sarà trascinante, ridarà una scossa all’ambiente. In Fondazione abbiamo fatto fatica a trovare una figura adeguata per fare il presidente, ammettiamo gli errori (solo gli ignoranti non lo fanno) e andiamo avanti”.

Dopo aver salutato i presenti, il nuovo presidente della Virtus Alberto Bucci prende la parola, visibilmente emozionato, nonostante la sua storia.
Ho detto sì con entusiasmo perché penso di poter contribuire e fare qualcosa di buono per le VuNere, una società speciale.
Oggi ci insegnano che superare gli altri è la cosa migliore, ma io sono qui per lavorare bene con le altre persone che ci sono, e sono convinto ce la faremo. Ho avuto tantissime esperienze favolose con la Virtus, tutti, giocatori, tecnici, dirigenti, sono stati artefici fondamentale per i successi del passato per questa società ed è la cosa più importante. Il pubblico ha goduto di questo, oggi la situazione è più difficile, il momento di empasse è chiaro e il cuore non batte più con la stessa intensità. Andare a una festa con l’amico è facile, quando l’amico è malato fai più fatica ad andarlo a trovare. I bolognesi ci diano un credito, per ripartire per un futuro migliore, non voglio fare appelli ma pensiamo quanto è stato bello il passato (cita tra le altre l’Avv. Porelli tornando in pullman scendendo in Piazza Azzarita, la gioia smisurata dei tifosi al rientro da Barcellona all’aeroporto).
La società oggi ha bisogno, i giocatori hanno bisogno, qui cerchiamo soluzioni (e oggi l’unica che dobbiamo cercare è la salvezza), non colpevoli, poi una volta raggiunta faremo di tutto perché la Virtus vada bene e riprenda il posto che merita. Faccio già da oggi la dichiarazione che se un domani ci fosse una persona capace e col cuore e sangue bianconero, che volesse prendere in mano le redini della società io non farò subito un passo indietro ma 2, anzi 22. Per il bene della Virtus. Fare risultato è necessario e per farlo occorre avere passione, desiderio, se i giocatori giocano col cuore e sputando sangue, bisogna comunque applaudirli, lo scopo oggi è quello di rimanere in serie A, dirò a Valli di star sereno e sorridere, che la sua posizione è tranquilla e lavorando bene si andrà avanti. L’assenza di Ray è stata drammatica per questa squadra, poi tutte quando le cose non vanno per il verso giusto, tutto riesce più difficoltà, ad esempio molte partite punto a punto sono andate nell’altra direzione. Tutti vogliamo vincere, l’ambiente è motivato ma ci sono momenti in cui sono quelli che ti stanno intorno a farti sentire bene, anche se tu sei malato, e non è solo una metafora ma prendo ad esempio il mio caso. Se pensi che stai male è tutto difficile, io finisco domenica il sesto ciclo di chemio, ma oggi vedo solo il bello delle cose, sono contento di svegliarmi ogni mattina e faccio tutto con una vitalità forse che prima non avevo. Potrei morire stasera, magari sotto a un camion, quindi il concetto è che io e noi vogliamo vivere tutto quel che si può al massimo e dare il massimo, sempre, l’obiettivo comune per cui tutti lavoriamo qui oggi è la salvezza. E sono confidente che ce la faremo”.

Gli auguri ricevuti da tutti il mondo del basket e non solo lo supportano, dal presidente della Lega Marino a quelli di Petrucci, da Ettore Messina direttamente da San Antonio, a quelli di Carletto Ancelotti da Monaco di Baviera. Scherzosamente ammonisce il reggiano che quando si incontreranno, da oggi terrà le parti di Rumenigge (presidente Bayern).
Io sono arrivato qui nel ‘83, nel ‘93 e nel 2003, sempre chiamato per vincere a distanza di un decennio, questa invece è un’avventura diversa e dobbiamo salvarci, ho 67 anni e non so per quanto vivrò ancora, ho accettato questa sfida di getto, non penso a come verrò ricordato, soprattutto se non dovesse andare come speriamo, mi interessa la gente, credo nella gente, darò tutto quello che ho per la felicità della Virtus, sono un sognatore che ha preso a volte tante fregate, ma meglio avere una fregata e un amico in più, che non prenderne mai perché sei senza amici.
Pur essendo un allenatore, non darò consigli a Valli se lui stesso non me li chiederà, lo metterei in difficoltà, non disturbo il coach che è bravo, al massimo sarò contento se la mia presenza servirà da stimolo per i ragazzi e collegare il cervello al cuore. Ho cominciato ad allenare grazie a Beppe Lamberti, Fortitudo, lui mi ha dato lo spirito e io lo ho imitato, nell’83 Porelli mi corse dietro, ero appena stato espulso a Fabriano per un arbitraggio indecente, chiedendomi se avessi già firmato e mi disse di aspettare, quella volta mi vennero le lacrime agli occhi e capii che nella vita le cose succedono. E sono belle”.

Daniele Fornaciari, dopo aver raccontato qualche aneddoto riguardante il nuovo Presidente, gli regala una cravatta ovviamente griffata Virtus, più sobria di quelle sfoggiate da Bucci, ma di buon auspicio per un futuro che deve essere più luminoso.

Fonte: Massimiliano De Panfilis (www.virtus.it)

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