Quella che comincerà domani contro Montichiari sarà la tredicesima finale in carriera per Matteo Boniciolli (foto Serra/Fortitudo Pallacanestro). Si dovrebbe sfondare il muro dei 5000 al PalaDozza per gara 1, una spinta ulteriore per la Fortitudo che ha vinto 11 partite su 12 dall’arrivo del coach friulano. Montichiari sarà però l’ostacolo più alto, con un organico profondo come quello biancoblù e giocatori che in questa categoria possono fare la differenza
“Una finale secca può essere decisa da un episodio, ma sulle 5 gare vincerà il più forte e non è detto che l’andamento della serie rispetterà il fattore campo. Per questo non sarò preoccupato se perdessimo in casa, firmerei ora per vincere a gara 5 dopo aver perso le due partite al PalaDozza e aver vinto le due a Montichiari – dice Boniciolli – Il gruppo vuole arrivare in Serie A. Per il lavoro fatto in questi 12 giorni, quando siamo riusciti ad eliminare tutto il fumo inutile come l’attesa, la pressione, mi sento di dire che arriviamo a questa finale al meglio“.
Fortitudo e Montichiari sono le due squadre più forti del girone e probabilmente dell’intero campionato: “Finora abbiamo vinto perché eravamo più forti, ora dovremo essere più bravi. La bravura si manifesta in tante piccole cose: nella disponibilità a fare fatica, a fare uno scivolamento in più, a non prendere un taglio dal lato debole, a fare un tagliafuori su uno che arriva da un posto dove non ti aspettavi fosse, a rinunciare a un tiro per darne uno migliore a un compagno, prendere uno sfondamento, leggere una situazione un secondo prima avversario, non protestare arbitro per non perdere energie. La somma di queste cose risulterà decisiva, non penso lo sarà una magata tattica tipo una zona“.
Arrivati a una finale, sarà decisivo anche l’aspetto mentale: “Per due squadre che arrivano a questo punto, più che lo schema di un allenatore conta il desiderio, l’ambizione, il sogno, la voglia di esplorare terreni sconosciuti. Quanti 18enni sono parcheggiati davanti al centro commerciale e vorrebbero invece vivere esperienza di Candi? Queste sono le cose da valorizzare, ci sono tantissime storie in questa squadra. Lamma si trova a giocare di fronte a casa sua per riportare in A società dove è cresciuto. Raucci, retrocesso dalla B2 alla C1 a Torino, dopo 10 mesi è protagonista insostituibile di una squadra che punta ad andare in A. Ho vissuto in tanti gruppi vincenti con ruoli diversi e ho imparato a percepire l’atmosfera. Qui si sta vivendo una bella atmosfera, anche grazie al bel lavoro fatto da società attorno alla squadra“.
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