Il derby vissuto dai protagonisti biancoblù
riprese dai quotidiani in pillole…
Bologna si spacca e la febbre per “la partita” è sempre più alta, sale la temperatura a BasketCity per il derby n. 104 che vedrà questa sera l’ennesima sfida tra Virtus e Fortitudo, evento che non si vedeva dalla stagione 2008-2009. In questi giorni i quotidiani hanno fatto lunghe interviste a chi ha vissuto i derby da dentro da una parte e dall’altra e noi vi proponiamo le pillole delle interviste nell’attesa del match…
Giacomo Zatti
Il 5 gennaio Fernando Pellerano su “Corriere di Bologna” ha intervistato l’ex capitano della Yoga Fortitudo (1982-1990) che ricorda il suo esordio. “Il primo anno ballo solo 21 minuti, sono il terzo play e i due derby li vedo dalla panca, poi retrocediamo. L’anno dopo risaliamo dall’A2 e primo derby giocato con la Virtus in Coppa Italia. Emozione e spensieratezza? Per l’età, perché quando invece cresci, e magari sei capitano, c’è più pressione, tensione, nervosismo, devi dimostrare, confermare… tutte componenti che ti possono frenare o far andare al massimo: io sono per la seconda, avevo bisogno di stimoli, ho sempre giocato degli ottimi derby. Facevo male nelle partite meno interessanti…”
Come episodio a quello che oggi è rimasto uno dei simboli e dei giocatori più amati dalla tifoseria biancoblù viene in mente “Richardson che esce da un blocco raccogliendo un rotolo di carta igienica e va a canestro; io che sotto le docce (un tempo comuni ndr) divido Villalta e Williams con Earl che mi fa l’occhiolino, “ranquillo man, volevo solo spaventarlo”, beh, per fortuna”.
Paolo Moretti
A -1 dal “derby-day”, in data 5 gennaio Alessandro Gallo su “Il Resto del Carlino” ha intervistato l’ex guardia della Fortitudo (1997-1998) oggi coach di Varese che racconta il suo approccio col derby. “Il fatto che Bologna torni a essere la capitale. Lo è sempre stata e tornerà ad alto livello, intanto che questo confronto abbia riacceso entusiasmi e antiche passioni”.
Moretti ha giocato prima in Virtus poi in Fortitudo e allora il ricordo in maglia biancoblù è legato “Non l’ho dimenticato. A Sasha è legato il ricordo più bello in maglia Fortitudo. È l’inizio del 1998: a Casalecchio c’è la semifinale di Coppa Italia. Partita in equilibrio. Io, che non avevo molto spazio, mi trovo in campo negli ultimi minuti, metto un 6/6 ai liberi e Danilovic mi ronzava attorno e mi stuzzicava. Le parole acuirono la mia concentrazione. Non ci fu bisogno di dire nulla. Bastò una stretta di mano”.
Valerio Bianchini
A 48 ore di distanza dal derby in data 4 gennaio Walter Fuochi su “Repubblica” ha sentito l’ex coach prima della Fortitudo Teamsystem (1996-1998) e poi della Virtus Pallacanestro Bologna (2002-2003) racconta il suo punto di vista di quanto faccia bene il derby al movimento. “Sì, il derby fa bene a tutti, e non solo a Bologna, perchè Bologna è lo specchio del basket italiano. Grande quando lo era questa sua città, adesso ridotto a fare quel che si può, scontandone il lutto e la vedovanza”.
L’ex coach soprannominato “il vate” racconta il derby e di come li ha vissuti “Si stava ai piedi del vulcano, a sorprenderti ogni giorno. Al derby, la città ribolliva, sentiva l’avvicinarsi dell’evento con percezioni telluriche e al palazzo il magma finalmente usciva dal vulcano. I primi li ho vinti tutti, quattro di fila, poi la Coppa Italia. Finì tutto con l’Eurolega del pugilato e Seragnoli deciso a cambiare. Liberissimo. Anche se alla vigilia dei playoff era un’idea meravigliosa come mandar via il direttore della Rinascente prima di Natale”.
Marco Belinelli
Il 2 gennaio 2017 Marco Belinelli è stato intervistato da Mirco Melloni su “La Stampa” e parla del derby che gli è rimasto più impresso: “Il ritorno in casa Virtus da avversario, nel 2006: vinsi e venni insultato persino dagli amici di San Giovanni in Persiceto, ma l’avevo messo in conto… Quel successo con la Fortitudo fu una grande prova di maturità. Tra le sfide vissute da appassionato, penso ai derby del 2001: Ginobili contro Myers. L’ultima di Carlton con la Effe fu proprio in un derby e fu memorabile: perse, ma segnò 33 punti e regalò la maglia ad un ragazzo sulla sedia a rotelle”.
Il “Beli” è stato intervistato anche il 21 dicembre da Luca Aquino sul “Corriere di Bologna” e racconta come ha vissuto la sua prima esperienza, allora in Virtus: “Devo ammetterlo, prima del mio primo derby me la facevo sotto. Venivo da un piccolo paese alle porte di Bologna, era una partita che sentivo molto perché sapevo quanto fosse importante. Il primo è indimenticabile, ero molto giovane, Bianchini ebbe il coraggio di mettermi in campo e segnai subito un canestro da tre. Qualcosa che ricorderò per sempre”.
Il ragazzo di San Giovanni in Persiceto parla del derby in Fortitudo prima Skipper poi Climamio dalla stagione 2003 fino al 2007 “Ero più tranquillo anche se sapevo che sarei stato il giocatore più bersagliato dai tifosi della Virtus. Così è stato, ma non fu assolutamente un problema, fa parte del derby e lo accetto. Dentro e fuori dal campo l’atmosfera era sempre eccezionale”.
La guardia oggi ai Charlotte Hornets ha un’immagine chiara dei derby vissuti “la stoppata di Ginobili a Myers al PalaDozza, un gesto incredibile da parte di un giocatore incredibile, che ho conosciuto da piccolo quando mi affacciavo in prima squadra alla Virtus e con il quale ho avuto la fortuna di giocare e vincere agli Spurs, l’ho sempre considerato un idolo da prendere ad esempio”.
Vincenzo Esposito
Il 29 dicembre intervistato da Enrico Schiavina sul “Corriere di Bologna”, parla l’attuale coach della The Flexx Pistoia, ex Fortitudo targata Filodoro (1993-1994 e 1994-1995) spiega quanto è mancato il derby a Bologna “Il derby manca da troppo tempo e conserva un fascino enorme. Poi capita anche in un momento storico in cui la serie A non offre tanti motivi di interesse, c’è oggettivamente molta meno attenzione del solito, e allora va bene che si parli tanto del derby di A2, se riempie le pagine dei giornali e riporta novemila persone a vedere il basket”.
Soprannominato dai tifosi “El Diablo” oppure “Enzino” l’ex guardia parla poi dei derby che giocò: “È stato un periodo intensissimo, erano sempre battaglie ad altissimo livello, tecnico ed emotivo. In realtà non ne ho giocati molti, ma mi sono rimasti attaccati sulla pelle. Sei derby in due anni, uno vinto e cinque persi, ma quella vittoria fu indimenticabile, ovvio. Per me e per la Fortitudo, che non vinceva un derby da tanti anni, c’era un’attesa spasmodica. Ne uscì una partita di un livello clamoroso, da entrambe le parti”.
Andrea Meneghin
Il 27 dicembre è stato intervistato da Enrico Schiavina sul “Corriere di Bologna”, l’ex guardia/ala piccola rimasto a Bologna per due stagioni (2000-2001 e 2001-2002) che racconta il suo approccio alla partita: “Sono uno dei personaggi che l’hanno sofferto di più. Diciamo che non sono capitato in un momento fortunato. Purtroppo non ne ho vinti molti”.
Meneghin racconta poi il suo primo derby nella Effe al tempo Paf (poi Skipper) “Quella che ricordo meglio è la prima nella stagione regolare, una scoppola tremenda, ce ne diedero 37, che è pure rimasto come scarto record nel derby. Totalmente asfaltati. Era solo Natale, ma segnò la nostra stagione. Noi eravamo forti, ma da quel giorno non ha funzionato più niente. Tutti dicevano fosse per la pressione esterna, le aspettative, in parte era così, ma la causa principale furono gli attriti interni che si erano creati. Quella stagione non sarebbe stata poi così negativa, solo che davanti c’era sempre la Virtus, in Eurolega, in finale scudetto”.
Gianmarco Pozzecco
Il 23 dicembre intervistato da Enrico Schiavina sul “Corriere di Bologna”, l’ex play e ora assistant coach al Cedevita Zagabria (Croazia), racconta cosa gli disse Andrea Meneghin prima di firmare per la Effe “Poz, vinci il derby e non avrai mai problemi. Una grande verità. Il derby ha un valore inestimabile”.
“La Mosca Atomica”, in biancoblù con l’allora Skipper poi Climamio (2002-2003 e 2003-2004) si è poi tuffato nella sua esperienza personale di cui vanta due vittorie su due match giocati “Fu una grande soddisfazione, il picco del mio periodo bolognese. Soprattutto il primo, ovviamente: lo vivevo come una sfida personale a Tanjevic. Boscia l’ho incontrato anche la settimana scorsa, una persona splendida, che stimo tantissimo: ci siamo abbracciati. Col tempo vedi le cose diversamente, ma allora era giusto così: mi aveva escluso dalla nazionale e non lo sopportavo. Me la sono rivista tutta tante volte, una anche di recente, assieme a Skelin. Nel terzo eravamo ancora sotto di 12 punti, fece un partitone Emilio Kovacic”.