23 Aprile, 2024

Fortitudo, la presentazione di Matteo Chillo

Fortitudo, la presentazione di Matteo Chillo

Ieri sera è stato presentato Matteo Chillo, per il ragazzo di Bologna si tratta di un ritorno “a casa” visto che l’ala/centro classe 1993 è cresciuto e maturato cestisticamente proprio nel vivaio della Fortitudo, di seguito le sue parole.

Cosa vuol dire per te essere tornato a “casa” alla Fortitudo?
Tutti i giocatori ambiscono a tornare dove sono nati e cresciuti. Per quanto riguarda a quello che si diceva sull’avere un’unica Fortitudo io mi sono ritrovato ad essere nell’ultima squadra giovanile targata ‘103’, poi ho scelto io di andare a Imola l’anno sucessivo perché volevo andare a giocare in un College, non ce l’ho fatta e ho colto l’occasione dell’Andrea Costa”.

Quali sono i tuoi obiettivi?
Dare tutto quello che ho, perché sinceramente non vedo altre cose al di là di riuscire a dare tutto me stesso per questa società, questa squadra e questa città. Qui mi hanno costruito, mi hanno formato e mi hanno fatto iniziare giocare a pallacanestro”.

Come sei cambiato in questi anni?
Diciamo che ho avuto una crescita costante. A Imola giocavo solamente sotto canestro poi piano piano, dato la mia non elevatissima statura da centro puro, ho modificato le mie caratteristiche di gioco che, con l’andare del tempo, mi hanno portato ad occupare la posizione che era più da numero 4 per aprire il campo e attaccare gli avversari sull’uno contro uno e tirare da fuori. Da come sono partito ad oggi sono cambiato tanto”.

Cosa ti ha detto Boniciolli per portarti qui, ti ha detto qualcosa di particolare?
Era molto carico e mi ha detto che aveva bisogno di gente che avesse voglia di lavorare tanto e di mettersi a disposizione della squadra. Mi ha detto tante cose comunque”.

Tu che sei stato anche loro tifoso, quanto è importante, quanto peserà quest’anno l’identità Fortitudo? C’è Fultz, c’è Mancio
Sicuramente sento tanto questa cosa, oltre all’aspetto sportivo e cioè del gioco c’è anche il livello umano per essere un tramite tra la squadra e i tifosi”.

Sei giovane ma allo stesso tempo hai una carriera alle spalle sei esperto, che ruolo può diventare il tuo all’interno dello spogliatoio?
Queste sono dinamiche che si vedono quando un gruppo si inizia a formare, ci sono tante personalità diverse. Ho giocato per tanti anni con ragazzi più grandi che non erano trascinatori e al contrario, in alcuni casi, il fatto che fossero più grandi li ha portati ad essere dei trascinatori. Secondo me dipende molto dal carattere della persona più che dall’età”.

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