23 Aprile, 2024

Fortitudo, Luca Dalmonte pre match Reggio Emilia

Fortitudo, Luca Dalmonte pre match Reggio Emilia
Photo Credit To Valentino Orsini / Fortitudo Pallacanestro Bologna

Le parole del coach della Fortitudo Luca Dalmonte in vista del match UnaHotels Reggio Emilia-Fortitudo Lavoropiù Bologna. La partita, che si giocherà all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (BO), vedrà la palla a due alle ore 20:30, per quella che sarà il recupero dell’8ª giornata di Serie A UnipolSai 2020-21.

“Abbiamo un impegno infrasettimanale che se da un punto di vista del tempo non ci da e non ci regala uno spazio dentro al quale lavorare verso una direzione, dall’altro invece ci permette, in un tempo così stretto, di ricordare esattamente quali sono state le condizioni per cui ci siamo presentati a Pesaro, competitivi.

Ed è necessario che le condizioni che noi abbiamo vissuto e condiviso a Pesaro, siano ben presenti e vive alla palla a due contro Reggio Emilia, che è una squadra costruita con criterio e allenata con altrettanto criterio. Dentro al roster ci sono delle opzioni offensive ben precise, con ruoli ben definiti, è una squadra che ama passarsi la palla, e questo depone a favore dei singoli ma soprattutto del sistema dello staff tecnico. È una squarda che può all’interno della partita, offrire differenti difese sui pick and roll, così come anche difese a zona. Ci dobbiamo aspettare passaggi a zona da un setup uomo contro uomo con loro che poi offrono invece una difesa di squadra. E’ necessario avere nel tempo stretto poche idee ma chiare, per affrontare una squadra che, già dalla Supercoppa, ha dimostrato il proprio valore indipendentemente da qualche incidente che capita anche ai migliori. Credo che Reggio Emilia ad oggi abbia avuto un percorso fino ad oggi.

Vi anticipo, mi piace giocare d’anticipo, che come eccezione rispetto alla mia regola, devo soffermarmi su un singolo giocatore per evidenti e ovvi motivi perché non abbiamo avuto occasione di trattare l’arrivo di Hunt. A mio modo di vedere, come tipologia e come caratteristiche è un giocatore che nel nostro mosaico mancava, intendo dire come energia, atletismo e presenza sia offensiva che difensiva.

Un giocatore che ci potrà dare sicuramente profondità a livello offensivo, dinamismo a livello difensivo, è chiaro che queste caratteristiche che lui ha dimostrato: oggi è arrivato dopo un mese di fatto di inattività, quindi deve correre su due binari; il binario del ritrovare una condizione che gli permette di essere efficiente e allo stesso tempo deve realizzare dentro al contesto in cui è arrivato quale sia il suo ruolo e quali sono le caratteristiche dei propri compagni affinché le due entità si uniscano. E’ importantissimo, a livello quasi decisivo, come noi allarghiamo le braccia a lui per abbracciarlo e accoglierlo dentro alle nostre idee e che lui si faccia trovare pronto all’ascolto per introdursi dentro al nostro spogliatoio, al nostro sistema e alle nostre regole.

Abbiamo un allenamento nel pomeriggio, direi che nelle previsioni del tempo sicuramente sì, Hunt ci sarà.

L’idea è di restare con il 5+5, assolutamente sì, quindi al momento c’è una possibilità di scelta e la scelta verrà fatta di conseguenza.

Le scelte di domani saranno definitive? Sono preso da domani sera, già pensare al giovedì mi viene il mal di mare. Non è definitivamente indicativa.

Con Pesaro c’è stata consapevolezza, significa essere ben presenti e capire bene il nostro momento e, di conseguenza, questo ha prodotto disponibilità, ha prodotto lo sforzo di essere connessi e la somma questo ha prodotto all’interno della partita momenti di solidità. È chiaro che è necessario nel tempo dare più continuità a questo momento e non farci condizionare da un errore, ma da vedere la luce attraverso la quale reagire all’errore e stare tutti insieme. Rischio di ripetere in pochi giorni le stesse cose, ma queste sono le basi dalle quali non possiamo prescindere ed è necessario che ci ancoriamo a questo per poi costruirci eventualmente il nostro percorso. Se vengono a mancare queste basi, è chiaro che il desiderio su cui si vuole costruire potrebbero appoggiarsi sul niente.

Il pericolo può essere pensare che il peggio sia passato. Noi dobbiamo partire dal presupposto che ogni partita è un’opportunità, ogni palla a due è un’opportunità, che ci deve servire per risolvere il momento che stiamo vivendo. Rigiocare così vicino dopo Pesaro, come detto, può penalizzarci ma ci aiuta a ricordarci dove siamo e chi siamo e figli della consapevolezza: quindi è successo? Sì, sicuramente una partita, ma ogni partita è un’opportunità e le opportunità non è che si ripetono. Quella di domani sera è per domani sera, quella di giovedì sarà un’altra cosa.

Vista prima da fuori e da dentro, che Fortitudo hai trovato? È una domanda legittima e giusta, dare una risposta la sento un po’ pericolosa, perché poi si rischia di scivolare nel fare una valutazione e dare un giudizio sul passato, e vorrei, desidero essere molto attento. A me interessa onestamente parlare del presente e allora dico che nel presente  noto disponibilità, e questa produce un passaggio in più? Sicuramente, produce sforzi difensivi in più? È probabile… Sono ottimista perché quello che vedo in ascolto da parte della squadra e cercare di metterlo in pratica, è cercare di fare qualcosa di produttivo e costruttivo per questo gruppo e questo è un segnale importante.

Ho lavorato con Martino, ma non mi permetto di pensare di averlo aiutato nella sua crescita. Lui ha fatto da assistente a tanti bravissimi allenatori, e negli anni ha avuto la capacità in modo pragmatico di prendere un po’ da tutti e di sommarlo dentro sé stesso. Gli riconosco questo merito, credo che poi i risultati parlano al di là delle mie opinioni per lui. Abbiamo condiviso il mio primo anno a Roma, poi lui decise di fare il capo allenatore a Ravenna e poi intraprendere il successo fino ad oggi. Caso vuole che non solo Martino, ma anche Fucà, siano stati collaboratori straordinariamente efficaci e di grande competenza.

Non è la prima e mi auguro non sia l’ultima volta che mi trovo davanti a un gruppo così folto. Io credo che non ci debba essere pensiero fuorviante da parte di nessuno e tutti devono pensare al bene della squadra. Capisco che i giocatori faticano e investano energia col fine di giocare, ma quel che conta è il nome davanti alla maglia: se c’è indolenza nei confronti di una situazione di questo tipo, è un dato che potrebbe aiutarmi a prendere decisioni.

Vorrei sfatare che non è una esclusiva dell’allenatore la decisione se un giocatore gioca e quanto gioca: io scelgo, ma questo dipende anche da quanto dice il campo, un giocatore deve essere consapevole che il suo tempo in campo è proporzionato all’efficienza che lui può portare alla produzione e performance della squadra.

Giochiamo nella Fortitudo, per la Fortitudo. C’è la possibilità di giocare anche 37 secondi, ai fini di portare un risultato? Se sei connesso all’idea che giochi nella Fortitudo per la Fortitudo, giochi felicemente 37 secondi e sarai no felice ma di più, se alla fine portiamo a casa la partita. Se ne giochi 40 di partite e hai prodotto numeri e alla fine, la partita non è andata a buon fine e sei felice, non sei un giocatore degno di stare dentro un gruppo squadra.


Fonte: Ufficio Stampa Fortitudo Pallacanestro Bologna (www.fortitudo103.it)

 

About The Author

Related posts