Oggi è il compleanno dell’ex capitano biancoblù con cui ha vinto 1 Coppa Italia nel 1998, 1 Supercoppa Italiana sempre nel 1998 e il primo scudetto nel 2000, intervistato da Stefano Valenti – Area Comunicazione della Lega Nazionale Pallacanestro parla a 360 gradi del basket.
Buongiorno Carlton Myers e buon compleanno. Come lo trascorre?
“Grazie. A Roma, ho un appuntamento al CONI per un’attività”.
Parliamo di A2: a Rimini ha seguito la Final Eight di Coppa Italia. Vinta da Scafati.
“Squadra di energia, intensità. Nella gara contro Treviso ho apprezzato Mayo, che ha un talento offensivo importante. Ma quella non è stata la sua sera più brillante. E allora l’ho visto giocare per la squadra, difendere, senza forzare. Intelligente”.
Tra A2 Est ed A2 Ovest è stata la prima occasione di confronto, tra un mese accadrà di nuovo con i playoff: impressioni?
“È sempre difficile generalizzare e volendo inserirci dentro l’analisi delle 16 squadre che faranno i playoff. A Rimini ho visto squadre dell’Est più organizzate a livello tattico. E squadre dell’Ovest mediamente più fisiche ed intense. Ma non si può pensare che ad Est non lo siano, o che ad Ovest non ci siano squadre tatticamente vivaci”.
Che campionato è quello di A2, per un giocatore italiano di oggi?
“È l’autentico campionato di sviluppo. Per questo il consiglio è quello di soggiornarci sempre almeno uno, se non due anni in più di quello che si è portati a fare. Perché per la Serie A bisogna essere pronti anche sul piano mentale, non contano solo il fisico o la tecnica”.
I rischi del salto prematuro?
“Trovarsi nella squadra sbagliata, non giocare, disperdere in un anno di panchina quanto di buono si è fatto in A2. Per questo devi essere capace di sopportarlo, di testa. A qualcuno sta accadendo, facendo molta fatica a ritrovarsi”.
Myers, quando si è pronti per fare il salto dalla A2 in Serie A?
“La A2 ti consente di poter fare la differenza. E tu devi essere capace di farla. Se ci riesci, allora puoi essere pronto per la Serie A”.
Spesso l’indicatore unico è il tabellino. In realtà c’è dell’altro.
“I miei sono diversi. Primo: la capacità di procurarsi falli, cioè essere intenso, pericoloso, mettere fuori partita il tuo avversario. E segnare i liberi. Secondo: prendere rimbalzi, che è sempre un indicatore di attenzione, di essere dentro la partita. Terzo: la difesa. Senza quella non puoi essere materiale per la Serie A”.
L’Mvp di Final Eight è stato Marco Portannese: che in A ci è passato anche recentemente (alla Virtus Bologna, nel 2014) ma poi l’ha presto lasciata trovando la sua dimensione in A2. Come l’ha visto?
“Non più giovane, ma le potenzialità da Serie A ci sono. A Rimini ha fatto la differenza. Attaccando l’area, a rimbalzo, con energia ed agonismo, le prime qualità che vorrei sempre vedere in un giovane. Assieme al coraggio: e non le si dimostrano vivacchiando a 7 metri dal canestro”.
Anni fa lei disse: “Quelli come me ed Esposito li fanno fuori da piccoli”. Siamo ancora a quel punto?
“Magari ero stato un po’ brutale, però a soffocarli ci provano… La difesa è importante, ma da ragazzini a far canestro ci si diverte di più…”.
Può esistere l’equilibrio tra il talento ed il sistema di gioco?
“Deve esistere. Ho seguito alcune partite del Trofeo delle Regioni. Ho visto allenatori che per mostrare personalità hanno soffocato il talento dei ragazzi. Non va bene. L’allenatore deve saper avere carisma. Al ragazzo va data la possibilità di mettere il suo talento all’interno di un sistema che ne possa trarre giovamento. Aiutandolo a valorizzarlo. A quel punto i benefici ci sono per tutti”.
Altre opinioni sulle squadre di A2?
“Treviso è solida, ben organizzata. Vedo una crescita interessante di Mantova, realtà nuova. Ferentino mi sembra che abbia trovato una sua dimensione ed ha un giocatore come Bulleri che conosce i playoff come pochi. Verona è indietro, può risalire, ma deve trovare l’uomo che gli risolve le partite”.
La sua Fortitudo?
“Boniciolli è un allenatore che ne ha giocate tante, e chi può risolverle, ce l’ha ed è Carraretto. In trasferta non è la squadra che vediamo in casa e questo ha penalizzato la classifica. Mi piace la scelta su Candi, che ha potenziale da Serie A. Non so come finirà il campionato della Fortitudo, ma per lui sarà comunque una stagione di grande importanza per la sua carriera”.
Fonte: Stefano Valenti – Area Comunicazione LNP (www.legapallacanestro.com)