C’è da dire che quando si perde, la Fortitudo non si tira mai indietro per farlo con il botto. La miracolata di turno è Jesi, reduce da quattro sconfitte consecutive, in totale fase di involuzione ma resuscitata da una Fortitudo che non è mai realmente arrivata a Jesi, fermata forse a Castel San Pietro come il pullman dei tifosi. Ma se loro la voglia ce l’hanno messa e con mezzi propri hanno comunque raggiunto il palazzetto, non si può certo dire la stessa cosa dei giocatori, stanchi, svogliati, a tratti irritanti. Mancinelli si salva da questa débacle, rimasto a Bologna a curarsi i malanni, così come Amici costretto alla tribuna dal turnover; torna Cinciarini ma di fatto non torna perché la sua prestazione è lontana anni luce dal giocatore che è.
Ihedioha e Italiano si scambiano i primi canestri, tra gli americani Legion è il primo ad entrare in partita mentre McCamey è il primo ad uscirne; Boniciolli non gliene manda a dire e gli bastano due attacchi per toglierlo. Fultz si presenta con una bomba, ma non sarà una serata come contro Udine. Hasbrouck comincia a scaldarsi mettendo due panieri filati, ma lo spettacolo latita e si segna poco da entrambe le parti. Fa notizia allora l’entrata in campo di Bryan, scongelato dopo cinque partite rimasto a guardare. La Fortitudo tira male ma chiude a soli 4 punti di svantaggio.
La musica non cambia nemmeno nel secondo quarto ma a sto giro è Pini a farne le spese, il quarto errore da sotto in pochi minuti gli costa la panchina anticipata. McCamey prova un paio di accelerazioni, ma la mira è sempre la stessa. Si va avanti a piccoli parziali da una parte e dall’altra, con Chillo che sembra l’unico ad averne realmente voglia in casa bolognese. Hasbrouck continua a prenderci, ma tirando con 2 metri di spazio è sicuramente più facile, mentre di là si continuano a perdere palle banali e sbagliare canestri già fatti. I tagli sotto canestro sempre un problema insormontabile per la difesa bolognese che presto si trova con la doppia cifra di svantaggio. Jesi va al riposo a +13, con un 10/36 al tiro per la Fortitudo non è neanche male sinceramente.
Boniciolli lascia la poca voce che gli è rimasta negli spogliatoi e tocca a Comuzzo dirigere: ma non si possono fare miracoli quando la testa è da un’altra parte e le gambe rimaste a Bologna. Si va sotto di 16 e con il bonus falli già esaurito. Tocca ora a Gandini a provare a dare una svegliata ai compagni, lottando come un leone sotto le plance ma è la difesa il vero problema; Jesi rallenta il gioco e trova canestri facili dalle distrazioni altrui. I giocatori Fortitudo entrano ed escono dalla panchina in modo vorticoso ma Comuzzo non sembra trovarne uno in palla; Jesi non può far altro che approfittarne e con un Hasbrouck ispirato tocca il massimo vantaggio a +19 a fine quarto.
Rimangono solo 10’ per provare a fare qualcosa, per provare a raddrizzare una serata storta in tutto, ma i giocatori ormai sono già sul pullman di ritorno. Lo svantaggio si fa pesante e a tratti imbarazzante, si va sotto anche di 26, poi di 28. Da una parte riesce tutto, dall’altra si continua a caracollare per il campo aspettando solo il triplice fischio dell’arbitro. Si perde definitivamente la faccia quando gli juniores di Jesi riescono a catturare due rimbalzi in attacco. Si chiude a -23 con i giocatori Fortitudo contati in piedi.
Termoforgia Jesi-Consultinvest Fortitudo Bologna 84-61
Parziali: 1/4 18-14 (18-14) – 2/4 22-13 (40-27) – 3/4 23-17 (63-44) – 4/4 21-17
Termoforgia Jesi: Kouyate, Green 6, Mentonelli, Marini 13, Piccoli 8, Rinaldi 17, Valentini, Massone 4, Montanari, Hasbrouck 26, Ihedioha 10. All. Cagnazzo.
Consultinvest Fortitudo Bologna: Boniciolli n.e., Cinciarini 2, Legion 9, Fultz 3, Montanari n.e., Chillo 13, Gandini 9, Rosselli 10, Pini, Italiano 9, McCamey 4, Bryan 2. All. Bonacina.
Luca Testoni