Cappella Farnese strapiena, file nel cortile di Palazzo d’Accursio. Una grande folla ha aspettato Marco Belinelli (Foto Mario Carlini/Virtus Pallacanestro Bologna) in Comune, dove il sindaco Virginio Merola gli ha consegnato il Nettuno d’Oro. Il campione Nba con i San Antonio Spurs si è emozionato rivedendo le immagini della sua carriera e dei suoi trionfi in una clip curata da Simone Barbuti e ha voluto al suo fianco Marco Sanguettoli, suo allenatore nelle giovanili Virtus col quale sta lavorando individualmente in questi giorni. «Voleva diventare un giocatore fin da piccolo, voleva la Nba e ce l’ha fatta – ha detto Sanguettoli – In ogni momento di difficoltà ha avuto la famiglia dalla sua parte. È una grande emozione essere qui. Non pensavamo saremmo mai arrivati a quel livello, invece anche noi abbiamo vinto il titolo insieme a Marco».
Marco ha rivissuto, attraverso le immagini, i successi nella gara del tiro da tre dell’All Star Game e poi il titolo Nba. L’emozione ha preso il sopravvento: «Sono fatto così – ammette Beli – Ogni volta che guardo il video del trionfo, sento la musica e le parole che sono state spese per mio padre e mia madre. Ho un amore enorme per questo sport, ho sempre lavorato per arrivare a questi livelli. L’Nba era il mio obiettivo, sono contento di avercela fatta. Nessuno ha mai creduto in me, o meglio, qualcuno sì e olti no. Non ho mai mollato, ho sempre accettato le critiche e le motivazioni mi hanno fatto andare avanti. La vittoria nella gara del tiro da tre e il titolo mi hanno reso contento perché ho potuto zittire tante persone. Però non è finita, voglio vincere ancora e sto già lavorando per alzare l’asticella. Sono felice per tutto quello che ho fatto a Bologna, con la Virtus e la Fortitudo, le mie scelte e il mio percorso».
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