
Alla quinta diversa, voluta storpiatura anglosassone del suo nome altrettanto anglosassone, abbozzò: “Mi vanno bene, non sopporto se mi chiamano Michele”. Capii subito che Michael John Lazzari teneva molto al Michael e anche al John. Ci teneva alle sue radici inglesi, legame ancor più stretto con la madre, che aveva mischiato profondamente con quelle del ragazzone di San Lazzaro. Michael infatti era, insieme, la nobiltà del campionato inglese e la bruciante castagna periferica di Krassimir Chomakov. La rasatura di Wimbledon e l’erba più selvaggia del Kennedy. Il te col latte e il tortellino alla panna. Il ricordo di Fangio e la fede cieca in Verstappen. Il latte e menta e la crescenta. La stecca in campo e la pace fuori. Con lo stesso identico fuoco dentro. I suoi idoli sono diventati presto i nostri idoli.
Era, ancora, i suoi modi di dire, che sono diventati altrettanto presto i nostri modi di dire: Tatone e vecchio, per l’approccio. Saraffo, per chi faceva il fenomeno. Brutto uccello dicesi invece l’attaccante immarcabile, o sempre Chomakov.
Era il compagno di calcetto, calcio a 7, calcio a 8, calcio a 11, tennis, kart, addominali a tavola, mai protestato per un pallone non dato o un piatto non arrivato.
Michael era anche straordinario conoscitore di tutta la musica del decennio in cui fu adolescente, e non solo di quello. Se posso cantare il testo integrale di Maracaibo è solo merito suo.
Era il collega che pensava ad aiutarti. Mai una malizia nei suoi gesti e nello sguardo e nelle parole.
Della sua carriera, avete per fortuna letto tanto in questi giorni. A dimostrazione di quale segno abbia lasciato. Professionale e umano.
Fare una parte di strada insieme è stato un privilegio: in un modo di ipocriti non gli ho mai visto mettere una maschera. Forse, l’unico. Se n’è andato, e non ci credo ancora. Penso che oggi sarà una giornata molto difficile.
Tatone, non c’era bisogno di fare così. L’avevamo capito già prima quanto eri importante per tutti noi.
Il vecchio Miulli
Nella foto, Michael e il pilota Thomas Biagi, uno dei suoi idoli e amici.
Tutta la redazione di Basketcity si stringe commossa nel ricordo dell’amico Michael John Lazzari, e invia alla famiglia, e in particolare alla piccola figlia, che è stata la sua gioia più grande, un abbraccio affettuoso.
Chi volesse dare un ultimo saluto a Michael potrà farlo oggi alla Camera ardente allestita dalle 13.00 alle 14.30 al S.Orsola, oppure ai funerali che si terranno alle 15.00 nella chiesa della Sacra Famiglia in piazza Bracci a San Lazzaro.