ENEL-GRANAROLO 75-64 (20-25, 39-38, 58-50)
Brindisi: Pullen 6, Harper 9, James 11, Bulleri 2, Cournooh 2, De Gennaro ne, Denmon 16, Simmons 13, Morciano ne, Zerini, Turner 16. All: Bucchi.
Virtus: White 17, Cuccarolo, Gaddy 10, Portannese 2, Imbrò, Fontecchio, Mazzola 6, Hazell 5, Gilchrist 3, Ray 21. All: Valli.
Arbitri: Sahin, Borgioni, Caiazza.
Non c’è il passo avanti, ma ne arriva uno indietro. Da pesare alla luce delle difficoltà oggettive certo, ma anche di una Brindisi non certamente irresistibile. C’è da lavorare e si sapeva, così come si è consci della diversità di budget e ambizioni, e della coperta corta in una panchina che Valli ha dovuto utilizzare ampiamente, riuscendo a restare in partita per 27′, e poi crollando nel finale. Senza subire imbarcate, ma stavolta senza dare l’impressione di poterla vincere.
LA CRONACA: La Virtus parte benissimo (0-7), continua a godersi un Ray ispiratissimo, 15 punti in 20′, e può contare su Hazell. Brindisi insegue tutto un quarto (20-25), poi decide di accelerare difensivamente e recupera fino al sorpasso (38-35). Complice il quintetto che Valli è costretto a schierare, dando molti minuti a Portannese e Cuccarolo, per tutelare Fontecchio, White e Gilchrist, i primi due a sedere con doppia penalità, e il centro a quota tre. Brindisi è però troppo aggressiva, regala molti liberi, Ray non li sbaglia e il -1 all’intervallo (39-38) lascia tutto aperto. Rientrano i “penalizzati”, Brindisi sbaglia molto e la V, pur senza alternative offensive a Ray, e con White – l’unico a potersi improvvisare un controcanto al capitano – di nuovo in panchina dopo uno scontro col gomito di Gaddy, si mantiene a galla fino a che Turner non libera la mano. Due triple, un paio di contropiede con Denmon, e il match comincia a inclinarsi (58-47). Una tripla,ovviamente di Ray, lascia accesa la speranza, ma i buoi sono scappati. Denmon è decisamente entrato in partita, e Brindisi, ancora un cantiere, trova comunque spazio in velocità: 69-52 e match in ghiaccio. Gaddy e il rientrato White lo rendono un po’ meno freddo, e accettabile in quantità.
LA CHIAVE: Interpretare il metro arbitrale. La Virtus non ci riesce, mandando subito in panchina alcuni uomini fondamentali. E l’arsura in attacco, che senza Ray quasi non esisterebbe.
IL MIGLIORE: La vince Turner, col flash accecante di fine terzo quarto. La tiene in vita Ray, finché le energie lo sostengono e le difese avversarie non si adattano, proprio come era successo con Venezia.
I NUMERI: Dopo un ottimo inizio in attacco, la Virtus crolla nelle percentuali: 16/41 da due e 5/21 da tre. Dove invece è decisivo il 4/8 di Turner. L’1/6 di Gilchrist, e la sua interpretazione generale, aprono definitivamente il caso, il 2/7 di Hazell, scheina o no, non può bastare. E 15 perse a 9 sono un conto salato.
LE PAGELLE: Imbrò 5, Fontecchio, 5, Gaddy 6, White 6, Portannese 6, Cuccarolo 5,5; Ray 6,5; Gilchrist 4, Mazzola 5,5; Hazell 5.
Domani il pagellone analitico con tutti i voti.
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