Tutto pronto, ormai, per il ritorno della Virtus nei playoff dopo tre anni. Domani sera (ore 20:00, diretta Rai Sport 1), la Granarolo scenderà in campo a Milano per gara 1 dei quarti di finale. La squadra di Valli (foto Serra/Virtus Pallacanestro) ci arriva dopo una settimana di lavoro abbastanza tribolata. Mazzola è rimasto fermo negli ultimi giorni per un problema ai talloni, Ray ha un ginocchio acciaccato e si è allenato a scartamento ridotto, Reddic ha smaltito l’influenza.
Sfida impossibile, ma la Virtus non vuole andare a Milano a fare la comparsa: “La cosa bella è che questo gruppo ha dimostrato una gran voglia di lavorare ancora, nessuno pensa di andare in vacanza o si sogna di prenotare dei voli – sottolinea coach Valli – Siamo di fronte alla squadra più titolata per la corsa allo scudetto, ma andiamo là per guadagnarci il rispetto tecnico e anche atletico. Serve una partita energica, atletica, anche a costo di fare tanti falli. E in attacco dobbiamo essere veramente bravi anche a prendere il primo buon tiro che ci viene concesso, senza fare troppi ricami perché diventa difficile, contro questo avversario, fare tanti passaggi per un buon tiro”.
Servirà una partita quasi perfetta, bisognerà limitare al minimo gli errori e soprattutto i “regali” perché Milano è una squadra che punisce al minimo sbaglio. Ray e Hazell saranno le due punte di diamante alle quali ci si affiderà per tentare il colpaccio: “Mi aspetto soprattutto un buon approccio mentale, e credo che i ragazzi l’abbiano capito e possano offrire una prestazione di squadra. Le individualità devono venire fuori in un contesto di squadra. Aggiungono qualcosa, ma non sono la prerogativa unica. C’è una differenza di stazza tra queste due squadre, devi avere buone percentuali da fuori, e loro devono sbagliare qualcosa. Altrimenti diventa onestamente difficile”.
Sicuramente la pressione del pronostico sarà tutta sulle spalle di Milano e avere la testa leggera può essere l’unico vantaggio di questa serie: “Le responsabilità sono meno, ma avremo le stesse tensioni per cercare di fare bene, come quando si prova a vincere una partita di campionato. C’è la volontà di tenere la testa alta. Leggera, ma alta”.
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