A poco più di ventiquattro ore dalla sfida del PalaBigi, ultimo appuntamento della stagione di Obiettivo Lavoro, tocca a Giorgio Valli dare un’idea del clima che si respira all’Arcoveggio, dopo l’ultimo allenamento prima della partenza per Reggio Emilia.
“Superfluo sottolineare l’importanza di una partita storica. Ce la siamo guadagnata vincendo con Torino, ripartiamo da lì. Speravamo in qualche recupero in questa pausa prolungata, invece la situazione si è un po’ aggravata. Si sono aggiunti infortuni, quello più grave a Mazzola che ha preso una botta al polso destro. Collins ha ancora la spalla dolente, Fontecchio ieri si è scavigliato e c’è sempre il problema del piede destro di Vitali. I ragazzi però sono i primi a minimizzare, vogliono esserci, sanno quello che vanno a fare e cosa rappresentano. Andranno a Reggio per dare anche quello che non hanno”.
Il gruppo è lo stesso che ha dominato la partita con la Manital. Unito, anche dal punto di vista mentale.
“C’è lo stesso grande spirito, la stessa concentrazione della vigilia della sfida con Torino. L’avversario è più che difficile, lo sappiamo, ha perso due partite in due anni in casa. Ma questa è una gara strana, non si guarda la posizione in classifica, è una finale. Non si guarda in faccia a nessuno, non si guarda dove si è. Cercheremo di giocare la nostra pallacanestro fatta di passaggi, di dare palla dentro, di usare un po’ meno del solito il pick&roll, e soprattutto di difesa, una grossa difesa. Di fronte, tanti giocatori che sono lì a giocarsi il secondo posto in campionato, poco da dire. Noi siamo sul pezzo, concentrati su quello che andremo a fare. Da lì a riuscirci, è un’altra storia. Ma andiamo a provarci, sapendo quello che significa per la Virtus”.
Il ricordo della partita con di domenica 24 aprile deve essere un punto di partenza, fin dalla palla a due.
“Con Torino c’è stata una risposta eccellente, è chiaro che a Reggio andare avanti di trenta punti sarà ben difficile. Ma non bisogna pensare all’importanza della partita, so che può suonare come un paradosso, ma alle cose che servono in difesa e in attacco. Stare concentrati per 24 secondi, fare molti meno errori. Con la Manital abbiamo giocato un grande secondo quarto, pur tirando 1/11 da tre, ma con tiri uno più bello dell’altro: essendo forti dietro, nessuno ha sentito il problema”.
Il concetto che esprime Valli è chiaro: questo è un gruppo vero, la partita di nove giorni fa è lì a dimostrarlo. Sa viaggiare unito. L’ultima recita alla Unipol Arena ha visto i giocatori italiani protagonisti in attacco, quelli americani concentrati più del solito in difesa.
“Niente distinguo tra americani e italiani. Hasbrouck nell’ultima gara stava lì in campo, con zero punti segnati, ma sfoderando una prova difensiva maiuscola. Ha annullato l’avversario. I giocatori vanno in campo per vincere le partite, e gli americani sono professionisti in questo. Sfatiamo un luogo comune: questi ragazzi ci hanno dato dentro tutto l’anno, e sono in campo per dare il massimo per la Virtus. Una retrocessione inciderebbe un po’ anche sulle loro carriere, e al di là dei soldi, degli interessi fuori campo, andiamo tutti in campo per vincere, vale per tutti, Altrimenti non faremmo questo mestiere”.
Avrà anche avuto poco tempo per ragionarci, il coach bianconero, ma in queste ore si è realizzata una favola sportiva che è la conferma che nulla è scritto a priori. Quella del Leicester di Ranieri, campione del calcio inglese.
“Questa, grazie a Dio, è la vita dello sport: a volte ci sembra di avere tutte le chiavi in mano e invece non le ha nessuno. Non c’è la regola scritta, altrimenti avremmo manuali perfetti a cui ispirarci. C’è che certe persone si mettono d’accordo, vivono un buon clima e vanno oltre i limiti. A volte succede il contrario, lavori come un pazzo e non riesci ad esprimere tutto ciò che hai. Ma non sei diventato di colpo un deficiente. Sono cose che succedono. L’importante è avere un gruppo di persone che lavora con serietà”.
Fonte: Marco Taorzzi (www.virtus.it)