TOP
Alessandro Gentile
Quando trova il passo per andare al ferro non lo ferma nemmeno un carrarmato. Cala un attimo nel finale quando rimane in campo nonostante i crampi, spauracchio che gli avversari non capiscono mai come limitare.
Marcus Slaughter
In area detta legge, dietro difende sull’uomo e chiude sulle penetrazioni, ha timing per i rimbalzi, davanti diventa pure mano delicata. Il ruolo avuto negli ultimi anni lo porta ad una generosità con ricaduta in falli precoci, male da poco ma da sistemare.
Oliver Lafayette
A lungo si limita ad un compito di gregariato dandosi da fare dietro, nei minuti finali è il protagonista assoluto, davanti ma soprattutto dietro dove tra furti e sfondi subiti non permette agli avversari di tirare.
FLOP
Kenny Lawson
Lento e soffice, al posto di Sluaghter manda in difficoltà i suoi. Gli avversari banchettano in area, lui non riesca a ripagare dall’arco dove potrebbe essere un’arma importante, non è che sbagli, proprio non riesce a tirare.
Pietro Aradori
Relegato ai margini dell’incontro, forza senza mai trovare la via giusta, blocca l’attacco e perde qualche pallone di troppo, niente di male ma il suo contributo deve essere maggiore.
Mancanza di tiro da 3
È sicuramente una scelta del coach quella di prediligere soluzioni al ferro, però prendendo quasi solo tiri impiccati dall’arco si finisce per far sì che gli avversari intasino l’area e nei finali non sempre i contatti vengono fischiati. Ci sono squadre che giocano un tiro a segno dall’arco, non vogliamo questo, ma un maggior equilibrio potrebbe portare risultati maggiori anche per il gioco dell’andare al ferro con esterni dal fisico debordante.
A cura di Luca Cocchi