04 Maggio, 2024

Ruzzier e Spissu sul Corriere della Sera intervistati da Schiavina e Aquino

Ruzzier e Spissu sul Corriere della Sera intervistati da Schiavina e Aquino
Photo Credit To Roberto Serra / Iguana Press

Enrico Schiavina
e Luca Aquino questa mattina
su “Il Corriere di Bologna” intervistano
Michele Ruzzier e Marco Spissu
in quella che è uscita come
una doppia intervista
ai due play della Fortitudo Kontatto
e Virtus Segafredo.

Michele Ruzzier

Com’è stato il suo atterraggio sul pianeta Fortitudo?
Incredibile. Ero preparato, mi aspettavo una grande accoglienza, ma esserci è un’altra cosa. Al raduno ho iniziato a capire come quella gente riesca a dare tanta spinta”.

Ma è vero che era tifoso della Fortitudo già da ragazzino a Trieste?
Verissimo. Era un mio pallino. Ho iniziato da piccolo, cercavo le partite in TV, poi venne qui ad allenare mio zio, mi portarono a vedere un paio di partite e mi sono appassionato ancora di più. Carlton Myers era il mio idolo”.

Ma tra la Fortitudo e la sua Trieste?
Sono due cose diverse. Trieste è la mia città, e la società a cui devo tutto. Saranno sempre nel mio cuore. Ma è un tipo di amore diverso. Ne ho anche un altro: il Milan”.

Quando è nato il contatto con la Fortitudo?
A bocce ferme, stagione finita. La mia e la loro. Mi stavo guardando attorno, pensavo a una serie A di fascia bassa dove poter avere minuti, ma quando si è aperta la possibilità della Fortitudo mi ci sono buttato a pesce”.

È stata una scelta di famiglia?
Assolutamente no. È stata una scelta strettamente tecnica. Ne abbiamo parlato solo in due, io e il coach”.

Ma come lo chiama, Boniciolli?
Zio, coach, Matteo… Matteo. Come gli altri. Credo sia più giusto”.

È comunque un rapporto particolare, insolito. Imbarazzi?
Ma no, non credo. So benissimo che è un allenatore esigente, duro, che non fa sconti a nessuno e tantomeno ne farà a me. E so benissimo che bisogna guadagnarsi tutto giorno per giorno, col lavoro. Ci sono abituato: ai tempi delle giovanili di Trieste c’era chi diceva che ero lì perchè raccomandato. Non era vero, anzi dovevo dimostrare sempre qualcosa in più”.

Cos’è mancato a Venezia, per fare il salto anche in serie A?
Non è stata una questione fisica, sono 1.85 ma non ho sofferto più di tanto. Piuttosto è stato difficile giocare pochi minuti alla volta, ero abituato a stare in campo, a prendermi responsabilità. Ma ho imparato tanto lo stesso”.

Qui sarà in concorrenza con Candi.
Se vuoi far strada devi avere una squadra lunga. Nessuno ha il posto di titolare garantito, bisogna guadagnarselo giorno dopo giorno. Ci conosciamo, ne abbiamo parlato, zero problemi”.

Anche la Virtus ha un play titolare molto giovane, lo conosce Matteo Spissu?
Non di persona, ma me ne hanno parlato molto bene”.

Sarà il suo avversario diretto, a Natale.
È incredibile, siamo a metà agosto e tutti pensano a una partita che si giocherà a dicembre. Non succede in nessun altro posto del mondo, credo”.

Ci pensate anche voi?
Per forza. Parlano tutti del derby, inevitabilmente finisci con l’interessarti anche alla Virtus, butti un occhio su quel che fanno. Sarà un’emozione pazzesca, non c’è dubbio”.

Se non vincete il campionato sarà una delusione?
Sarà importante aver dato tutto come la squadra dell’anno scorso. Abbiamo più pressione degli altri, è normale che sia così”.

Marco Spissu

Quali sono le sensazioni per un 21enne che entra per la prima volta nella palestra dell’Arcoveggio?
Avevo già giocato in questa palestra contro la Virtus ai tempi delle giovanili con Casalpusterlengo, un’emozione unica vedere queste foto appese al muro. Vestire questa maglia è qualcosa di emozionante, speriamo di fare una bella stagione”.

E le emozioni al momento della chiamata bianconera?
Sono rimasto un po’ sorpreso, ho strabuzzato gli occhi. Mi sono subito detto: devo andare là per forza, non capita tutti i giorni di indossare questa maglia”.

Anche in A2, quindi, il fascino della Virtus è rimasto inalterato?
La paragono sempre alla Juventus del calcio, una storia così non ce l’hanno in tanti. Non capita tutti i giorni di indossare questa maglia, che sia serie A o serie A2 per me non fa differenza. Non ho esitato”.

Regista titolare della Virtus a 21 anni.
Sono giovane, ma ho già giocato campionati di A2 e sono maturato. A Tortona ho fatto il titolare e abbiamo fatto una grandissima stagione, le pressioni in una squadra come la Virtus sono maggiori però sono tranquillo”.

Come comincia la sua storia col basket?
Ho iniziato a giocare a calcio, poi fino alla seconda media ho aggiunto il basket. Alla fine ho optato per la pallacanestro perchè mi piaceva di più sul piano delle emozioni che riesce a darti. Da lì è iniziata la mia piccola carriera”.

Quale è stata la scintilla?
Mia mamma giocava a basket, mi ha portato da una sua ex compagna – Nunzia Serradimigni – che allenava. Ho cominciato da lì, dallo Sportissimo di Sassari”.

A quale giocatore si ispira o cerca di rubare qualche segreto?
Ai tempi della Dinamo mi allenavo con Travis Diener. Per me è stato un modello”.

Quale sua caratteristica le piacerebbe avere?
Dire il suo talento mi sembra eccessivo, mi piacerebbe la sua capacità di scegliere in un secondo la cosa giusta da fare al momento giusto e la sua leadership in campo”.

Si racconta anche di gare di tiro con gli americani ai tempi di Sassari.
Quando ero più piccolo o anche quando pulivo il parquet facevo queste gare con loro. Mi piaceva tirare coi giocatori, Drake Diener era infallibile, ma me la giocavo”.

Le sono servite per vincere la gara del tiro da tre all’All Star Game di A2?
Ero andato lì con l’idea di divertirmi. Mi sono messo a tirare, la palla entrava e ho vinto. È stata la ciliegina sulla torta”.

Cosa le chiede Ramagli?
“Dovremo portare molto entusiasmo in campo per riavvicinare i tifosi dopo un periodo non bello”.

Tornerà il derby.
È la prima partita che sono andato a cercare quando è uscito il calendario. Ci sono molti amici da Sassari che mi hanno già detto che verranno perchè non si vogliono perdere una gara del genere”.

Ha già visto qualcosa di Bologna?
L’ho girata un po’ con mia mamma, che sta qui qualche giorno. Poi dovrò cucinare da solo, ma con la pasta al ragù me la cavo”.

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