02 Maggio, 2024

Virtus: la conferenza stampa di coach Sergio Scariolo

Virtus: la conferenza stampa di coach Sergio Scariolo
Photo Credit To Matteo Marchi / Massimo Ceretti / Ciamillo-Castoria / Virtus Pallacanestro Bologna

Queste le parole di coach Sergio Scariolo nella conferenza stampa al termine della stagione:

Penso sia doveroso congedarsi per adesso da questa stagione facendo con un piccolo bilancio come è normale fare ma ho voluto che dopo Gara 7 si rimanesse sulla partita perchè a livello emotivo e razionale non è mai il momento fare il bilancio della stagione cinque minuti dopo l’ultima partita.
Voglio esprimere il mio ringraziamento a tutti voi per la professionalità con la quale in linea generale mi sono sentito trattato e spero di aver potuto ricambiare in questo senso.

Voglio fare i complimenti alla società, alla squadra e allo staff per una stagione che ritengo assolutamente positiva. Ovviamente, dal mio punto di vista come allenatore devo soprattutto guardare alla parte della qualità del lavoro fatto e dalla qualità espressa dalla squadra. Sui risultati entreremo ma non c’è dubbio che ognuno può dire la sua, basta guardare l’ultima partita e fare le sue valutazioni: non c’è bisogno che ci sia l’allenatore per farlo. Un allenatore in primo luogo deve dire che è contento del lavoro sviluppato dalla squadra e dallo staff in allenamento: abbiamo avuto tutto l’anno gente qualificatissima che è venuta a vedere i nostri allenamenti e abbiamo avuto grandissimi feedback da parte di tutti e dopo un po’ di anni di lavoro posso avere il feeling se una squadra sta veramente svolgendo un lavoro di alta qualità o no, e non ho dubbi.

Sulla qualità di gioco direi che, generalmente, sono anche qui molto soddisfatto. Direi che è stata una qualità del gioco buona con dei picchi di qualificazione ottima soprattutto in coincidenza con i momenti nei quali abbiamo potuto contare sulla completezza dell’organico, con dei picchi bassi, insufficienti, coincisi non casualmente quando abbiamo una menomazione dell’organico non più sostenibile o affrontabile.

Dal punto di vista dei risultati, credo che quando sei la squadra unanimemente riconosciuta come numero due, arrivare a disputare tre finali, vincendone una sicuramente la meno importante delle tre non ho nessuna ipocrisia nel riconoscerlo, arrivare a pari punti con la prima in regular season arrivare alla settima partita nei playoff, dice che i risultati sono stati buoni nelle competizioni nazionali.

In Eurolega abbiamo pagato lo scotto del noviziato all’inizio, abbiamo affrontato un’ottima parte centrale, nella quale estrapolando i risultati siamo stati pienamente nei playoff, e una parte finale mediocre coincisa con la non costante indisponibilità di giocatori molto importanti, non di uno o due ma tre o quattro, soprattutto perchè sono state assenze molto pesanti.

Sono tornato volentieri a giocare l’Eurolega, è stata una esperienza molto gratificante molto arricchente, istruttiva. Non mi ha sorpreso, più o meno quello che mi aspettavo, ma ho imparato che se non sei tra i primi 7-8 budget e se non hai un nucleo di nazionali nazionali di alto livello, soprattutto dal punto divista fisico come possono avere sistematicamente squadre serbe , lituane o francesi, per l’Eurolega che è una competizione dove la fisicità è la primissima immagine che hai partita per partita e su tutto il campionato.

In mancanza di questi due fattori l’ottimizzazione delle risorse deve essere massima. Nella costruzione della squadra e nel contare contare sul numero più ampio e alto sul numero di giocatori sani presenti in grado id performare per aiutare la squadra. Un paio di squadre come Partizan e Zalgiris hanno fatto un gran lavoro ma i pochi infortuni hanno potuto riflettere sul campo la ottima qualità del lavoro fatto.

Un paio di rammarichi come la finale di Coppa Italia che mi ha sorpreso: abbiamo giocato due grandi partite in quarti e semifinali contro due grandi squadre giocando due partite di alto livello. Il giorno dopo la finale ha avuto una prima parte mediocre, potevo avere dei segnali specialmente sulle condizioni fisiche di giocatori importanti però onestamente devo dire che mi ha sorpreso e che non abbiamo recuperato. La mia storia mi ha abituato a giocare partite in fila e vinci gli Europei, Mondiali e medagli oimpiche. Non siamo riusciti, a recuperare mentalmente e fisicamente nel modo adeguato anche se ci abbiamo provato fino all’ultimo, e questo è un fatto a cui do valore perché quando finisci sotto di venti ritornare ad un tiro dal vincere ha valore, ma non ci siamo riusciti.

Nella regular season di campionato la partita di Napoli più che quella di Treviso, che abbiamo giocato in una condizione ambientale e di organico difficile, in cui un minuto alla fine eravamo sopra di 5, in cui l’avversario si giocava la salvezza veramente super motivo, poi viziata dalle decisioni arbitrali sbagliate in modo pesante. Io non commento mai e do poco peso anche all’esame dopo le partite: anche in quel caso, rimango dell’idea, non c’è una persona che non possa condividerla, come è stato confermato anche nella riunione post stagione tra allenatori e arbitri. Infortuni grossi e negli ultimi che hanno deciso il primo posto nella regular season, ma colpa nostra contro Napoli perchè avremmo dovuto vincere in qualunque modo: quello è sicuramente un punto di rimpianto.

Penso che sia un bilancio sufficientemente esaustivo: non entrerei nel merito dei risultati perchè è un dibattito sterile i dibattiti servono a costruire non a speculare. Non mi sento di aver portato nessuno ma di aver contribuito insieme a tanti a mettere mattoni perchè questo succedesse. Sono soddisfatto del lavoro della parte di pallacanestro. C’è la qualità reale del tuo organico, degli infortuni, degli avversari e sono soddisfatto di questo biennio, e la sensazione di consolidazione e crescita oltre ad un certo rispetto a livello internazionale c’è stato. Qualsiasi proiezione futura secondo me deve fermarsi perché siamo tutti coscienti che lo scenario cambierà che ci sono condizioni diverse di quelle che hanno accompagnato la squadra sino a qui e di cui sono perfettamente conscio. Al di la degli aspetti personali, la sensazione di consolidamento, di crescita generale nel panorama della pallacanestro europea della Virtus è stato soddisfacente.

Una volta di più approfitto per ringraziare i tifosi e dalla società c’è stato un grande appoggio. Durante questi due anni ho sempre avuto la sensazione di grande appoggio anche se c’è qualcuno che ha da dire, ma quello ci sta. Anche in strada, nei ristoranti ho avuto una grande sensazione di appoggio e di apprezzamento, facendo si che personalmente e con la mia famiglia ci troviamo molto bene a Bologna, prova che adesso diventi la città dove ho passato più tempo dopo la mia Brescia. Penso che se non stai contento con la gente, non succede.

Voglio fare un ultimo ringraziamento ai tifosi perché la sensazione di appoggio incondizionato è l’unica cosa che puoi chiedere in cambio dando il massimo impegno e sforzo che poi a volte si traduce in grandi risultati e a volte meno, anche se ciò dipende da altri fattori. Andare in trasferta e trovare una rappresentativa folta e importante per me che vengo dall’NBA dove non esiste è stato un rincontro gratificante e stimolante, molto motivante.

Non ritengo che sia necessario confermare la mia presenza perché ho ancora un altro anno di contratto che è la cosa che conta e determina. Questo interesse da parte dei Raptors di cui la Virtus era informata, e che devo ringraziare per non avermi ostacolato, capendo che poteva essere una cosa di una dimensione e di un colore diversa dalla normalità, permettendolo, senza che intaccasse il rendimento, anzi coincidendo con il miglior rendimento di tuta la stagione. Evidentemente se fosse successa, mi avrebbe indotto ad andare dai miei dirigenti e avrei chiesto di aiutarmi ad uscirne da questo altro anno di contratto perché è una opportunità unica per qualsiasi allenatore europeo. Anche altre squadra hanno dimostrato apprezzamento per il mio lavoro è una cosa che ti può far piacere, ma finché non si traduce, cosa che non è successa, in una conversazione che, quando hai un contratto non può prodursi, è un qualcosa più per i giornalisti. E’ inutile parlare di cose che non sono arrivate alla fase concreta perché sarebbero potute arrivarci solo a stagione chiusa. E’ vero che un paio di mesi fa il Dott. Zanetti, che ringraziamo per la sua presenza e generosità, mi ha chiesto una disponibilità per prolungare la mia esperienza in Virtus, in presenza, gli dissi un paio di aspetti da chiarire questa disponibilità esisteva ed esiste.. In questi giorni riflettendo sul nuovo scenario economico nel quale la società dovrà muoversi, ho dato mandato ai miei rappresentanti di essere disposti anche a fare un certo sacrificio sul compenso già pattuito e formalizzato per il contratto dell’anno venturo, nel caso si arrivasse all’idea di estensione. Se non si arriverà nessuno deve avere dubbi sull’impegno mio e del mio staff, su questa ultima stagione di contratto, perchè concepisco cosi l’essere professionista e di reputazione di persona che da tutto sulla causa che difende fino all’ultimo secondo ed è giusto che sia cosi.

Vedremo, in questo momento c’è da concentrarsi sull’immediato futuro e se sono rose fioriranno, io ho fatto un grande passo da parte mia e non ci sarà un condizionamento in negativo dall’esito di queste trattative.

La mia presenza? E’ già successo che le interpretazioni vengano vendute per non essere chiari ed onesti nei confronti della gente. La mia permanenza è legata ad un contratto, alla decisione di onorarlo, a come mi trovo, alla motivazione per fare il mio lavoro al modo migliore possibile, non è legata ad una potenziale estensione e sono perfettamente consapevole che la situazione sarà diversa da quelle che mi è stata presentata quando arrivai, per le circostanze che esistono e che saranno spiegate meglio dalla società. Lo scenario sarà diverso: mi hanno detto la verità, mi hanno detto le cose cosi come stanno, lo apprezzo, hanno avuto quella trasparenza encomiabile nello spiegarmi che le cose per ragioni economiche che mi sembrano rispettabili: chi deve prendere queste decisioni lo fa con criterio perché parla del suo perché vi ricordo dove saremmo se chi deve prendere le decisioni, non fossero entrati. Sono grato alla società per la trasparenza nell’espormi la situazione: non ho ricevuto nessuna falsa promessa di uno scenario diverso da quello che sarà e lo accetto, lo digerisco e lo intendo. Fatto questo passo, con chi di dovere si parte e si va come se dovessero arrivare i Milutinov, i Belinelli, i Teodosic e i Shengelia. Questo non inficerà sulla qualità dello sforzo e del tentativo di fare il miglior lavoro possibile.

Obiettivi? Non è il momento delle pagelle individuali o di programmi futuri. Oggi inizieremo a ragionare: non ho chiarito, non spetta a me, ho dato atto, e ringrazio per questo la società per avermi esposto con grande trasparenza il nuovo scenario economico dove ci dovremo muovere, non ho chiarito niente perché non spetta a me farlo e se si vorrà verrà fatto penso a tempo debito. E’ il momento di cominciare a ragionarci ma non è il momento di comunicarli perché non ci sono. Apprezzo la trasparenza della società ma non spetta a me comunicare questo tipo di situazioni, per evitare equivoci del passato: grosso modo so i numeri ma non sarò io a comunicarli.

Priorità? E’ difficile prescindere dal budget: è come volere un singolo giocatore che sappia palleggiare, tirare, difendere, ce si comporti bene, ma a quel punto prenditi Durant. E’ giusto che a livello di collettivo si faccia la stessa considerazione, trovando equilibrio nella squadra, tra interni ed esterni, fisicità, qualità tecnica. Avete enumerato legittime aree di miglioramento se migliorassimo nella qualità di generazione del gioco, siamo la squadra che ha dovuto giocare meno pick’n’roll di tutta Europa, se migliorassimo nella precisione del tiro da tre punti e nella capacità a rimbalzo, miglioreremmo la squadra ma va tutto ottimizzato in una cornice economico. A livello tecnico lo condivido ma altrimenti faremo il supermanager ma i soldi qui sono veri quindi quella deve essere la cornice entro cui la società deve muoversi, perchè io quello che ho fatto e farò, è dare consigli opinioni che possono o vogliono essere seguite. Non è che uno non allenala squadra se non sono seguite o ascoltate: sin dall’inizio c’era la necessità di migliorare la qualità della rosa sotto canestro di nazionalità italiana: da li ci sono stati degli assestamenti che hanno reso utile la posssible incorporazione di un giocatore che potesse migliorare la struttura interna della squadra. Non un fenomeno o il giocatore da venti punti ma un oche potesse essere utile. Non credo che nessuno non lo vedesse e lo riconoscesse, ma non c’è stata la possibilità di farlo. Ogni allenatore freme e vorrebbe avere la miglior squadra possibile, ma finita la frenesia l’allenatore allena e va avanti, senza smettere di lavorare o lavorare peggio o si creano rotture con la società se non ti hanno accontentato su una cosa che sembrava evidente. Siamo state una delle poche squadre europee che non ha incorporato: evidentemente c’era un motivo concreto e questo va accettato. Gli allenatori vorrebbero avere la squadra migliore ma poi devi capire e accettare, magari con tre giorni di mal di pancia, e tornare in palestra con il massimo dell’entusiasmo possibile, facendo il meglio possibile con la squadra che c’è.

Io sono qui come allenatore e i budget spettano ai dirigenti, io non posso dare risposte sul budget.
Il desiderio e l’augurio di tutti è di essere in Eurolega. Penso che siamo sarebbe una sorpresa se cosi non fosse ma bisogna essere rispettosi delle istituzioni, della prassi e dei protocolli per cui finché non arriva una conferma ufficiale non possiamo dirlo. Ovviamente è l’aspettativa, la speranza, l’ottimismo di tutti c’è”
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Fonte: Jacopo Cavalli Area Comunicazione – Virtus Pallacanestro Bologna (www.virtus.it)

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