26 Aprile, 2024

Virtus, la presentazione di Devyn Marble

Il neo acquisto bianconero Devyn Marble è stato presentato ufficialmente alla stampa e ai tifosi. A dargli il benvenuto nel mondo di Virtus Pallacanestro, è stato il Direttore Generale Paolo Ronci.

Le parole di Paolo Ronci

Prima di presentare Devyn Marble, vogliamo iniziare questa conferenza stampa in ricordo di Kobe Bryant e delle altre persone che erano in elicottero con lui. L’auspicio è che, come succede per i grandi campioni che hanno lasciato un segno, la leggenda si tramandi portando avanti i principi di questo sport, i principi della “Mamba mentality”. Marble è un giocatore che era nei nostri pensieri già da quest’estate. Abbiamo guardato la sua posizione, poi ha avuto la chiamata NBA e ha pensato che fosse una buona soluzione.

È un giocatore che non è uscito nelle ultime settimane, ma abbiamo pensato a lui fin dall’inizio come tipo di caratteristiche del nostro gioco e del nostro sistema. La proprietà, con questo ulteriore innesto dimostra la propria ambizione, nonostante il primo posto in classifica: noi, come area tecnica , ringraziamo ancora una volta il Dott. Zanetti per gli sforzi compiuti.

Devyn esordirà in una partita europea importante e speriamo che il nostro pubblico continui a starci vicino anche nelle partite di Coppa. Non ci sono piani A, piani B o piani C. Marble è un giocatore che volevamo: il mercato non è sempre andare fuori e comprare dei giocatori ma è anche crescere giocatori all’interno del roster. Baldi Rossi, Pajola, Cournooh sono giocatori in grande crescita e stanno dando tutto alla squadra. Voglio che sia data riconoscenza a tutti i giocatori che dalla prima palla a due di questa stagione sono primi in campionato e Coppa.

Non siamo Teodosic dipendenti, abbiamo vari record in campionato e coppa, siamo imbattuti in casa e, sempre in campionato, abbiamo perso solo due partite in trasferta, visto che ho letto da qualche parte parlare di “mal di trasferta”. Noi vediamo lavorare tutti i giorni i nostri giocatori e siamo siamo molto contenti . Pensavamo fosse utile aggiungere un giocatore in più, questo è il motivo per cui è arrivato Devyn, che era già nei radar dell’area tecnica: niente è affidato al caso, niente viene fatto all’ultimo minuto, niente fatto obbligatoriamente per una deadline di mercato.

Un tassello in più all’interno di una programmazione chiara e strategica. I numeri non ci regalano niente, ma vanno sottolineati per dare merito al lavoro dei ragazzi e per dare una base oggettiva dell’impegno della proprietà e di tutte le persone che lavorano in questa struttura: una base proiettata al futuro di questa società. Una cosa importante: Devyn è partito subito per venire qui, è stato subito molto disponibile, concludendo tutta la burocrazia in tempo record. Sabato era già qui e domenica ha svolto le visite mediche: anche da queste cose si capisce la voglia di mettersi a disposizione immediatamente”.

Devyn Marble, le prime parole da giocatore di Virtus Segafredo

Kobe e la sua famiglia sono presenti nelle mie preghiere. Non l’ho conosciuto personalmente ma il mio anno ad Orlando è coinciso con l’ ultimo anno della sua carriera. Continuerà ad essere una fonte di ispirazione per tutti quelli che amano il basket. Domani sarà la prima partita per me contro una squadra in cui ho giocato ma la cosa più importante è aiutare subito la squadra.

Non ho pensato tanto a Trento, è successo ma il focus è sulla partita, non sul nome dell’avversario. Sono contento di tornare in Italia, mi piace come paese e mi piace il campionato: ero molto contento dell’interesse della Virtus, ho pensato che fosse uno step importante per la mia carriera, soprattutto arrivando in una società organizzata per vincere. Non sarei tornato se non avessi avuto la possibilità di giocare per vincere.

La chiamata di Golden State è stata importante per provare a tornare in NBA: a volte le cose non vanno come pensi, anche se considero positiva la mia esperienza con Santa Cruz. Non sono un giocatore egoista, voglio aiutare i miei compagni e la squadra a vincere. Alcuni compagni di squadra li conoscevo già: ho giocato con Baldi Rossi a Trento, Hunter è di Detroit come me, con Teodosic ho giocato quando ero all’Aris contro il CSKA, lo zio di Weems era il mio allenatore a Santa Cruz.

Djordjevic mi ha chiesto di fare il mio gioco, giocare per la squadra, aiutare i miei compagni: ho visto che questa è una squadra di grandi giocatori, tutti uniti, e proiettati sugli obiettivi collettivi. Le mie caratteristiche possono essere esaltate”.


Fonte: Ufficio Stampa Virtus Pallacanestro Bologna (www.virtus.it)

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